"I resti archeologici identificati rappresentano le trasformazioni urbane che hanno avuto luogo in quest'area della città di Évora dalla fine del XIII secolo a oggi", ha spiegato l'istituto, citando informazioni provenienti dai rapporti.


Secondo Quantum Capital, il progetto prevede la costruzione di un hotel a quattro stelle con 51 camere nell'edificio dell'ex Convento do Carmo, con un'apertura prevista per il 2025. Tuttavia, le due entità "hanno monitorato il processo di modifica ed espansione del sito", con analisi da parte dell'istituto "ai fini della valutazione del patrimonio dei resti archeologici identificati".

"Una volta soppesato il valore delle scoperte, in particolare in termini di valutazione patrimoniale e scientifica delle strutture esposte, si potrà prendere una decisione in merito all'eventuale necessità di modificare il progetto", hanno assicurato i Beni culturali.

L'istituto ha dichiarato che il progetto "è stato approvato nel maggio 2020, dall'allora DGPC (Direzione Generale del Patrimonio Culturale), sulla base di una proposta della Direzione Regionale della Cultura dell'Alentejo", ricordando che l'accettazione è "condizionata al rispetto della diagnosi archeologica appropriata".

"Dall'inizio del processo di autorizzazione (2018), i pareri del CCDR dell'Alentejo e le delibere dell'autorità del patrimonio (DGPC, Beni Culturali, IP) indicano l'alta sensibilità archeologica del sito", aggiungono le informazioni dei rapporti.

Il progetto autorizzato dal Comune è tenuto a rispettare le norme vigenti per il centro storico della città in materia di prospezione e comunicazione dei resti archeologici. L'autorità locale sottolinea che "i poteri di ispezione, monitoraggio e definizione delle misure di salvaguardia nell'ambito del patrimonio architettonico e archeologico appartengono all'attuale Unità Cultura del CCDR dell'Alentejo".