"Si stima che al 17 giugno 2022, ci siano stati 5.064.674 casi" di infezione nel Paese, anticipa il rapporto settimanale dell'Istituto Nazionale di Sanità Dottor Ricardo Jorge (INSA) sull'evoluzione della pandemia.
Da quando le prime diagnosi di Covid-19 sono state confermate il 2 marzo 2020, ci sono voluti circa 17 mesi perché il Paese superasse il milione di casi positivi, cosa che è avvenuta il 14 agosto 2021.
Da allora il ritmo dei contagi si è accelerato: sono bastati circa 10 mesi perché il Portogallo passasse da un milione agli oltre cinque milioni di casi notificati all'autorità sanitaria, in parte a causa dell'emergere di nuove varianti e sublinee del coronavirus considerato dagli esperti il più trasmissibile.
È il caso della sublinea BA.5 della variante Ómicron, individuata alla fine di marzo, che è diventata rapidamente dominante in Portogallo, rappresentando l'88% delle infezioni registrate nel Paese, secondo gli ultimi dati dell'INSA.
Il rapporto aggiunge anche che il numero medio di casi giornalieri di cinque giorni è sceso da 17.204 a 14.714 a livello nazionale, mentre è leggermente inferiore a livello continentale (13.669).
Per quanto riguarda l'indice di trasmissibilità (Rt) del virus che causa la Covid-19, l'INSA aggiunge che il valore medio per il periodo tra il 13 e il 17 giugno è di 0,88 a livello nazionale e 0,87 sul continente, rispetto allo 0,93 di venerdì scorso.
Questo indicatore - che stima il numero di casi secondari di infezione derivanti da ogni persona portatrice del virus - è inferiore alla soglia di 1 in tutte le regioni, con l'eccezione delle Azzorre (1,02), che "indica una tendenza all'aumento" del numero di infezioni nell'arcipelago.
Secondo il documento, tutte le regioni hanno un tasso di incidenza superiore a 960 casi per 100.000 abitanti in 14 giorni, con il più alto nelle Azzorre (3.153,6), seguite da Madeira (3.074,6) e Lisbona e Valle del Tago (2.673,2).