La situazione causata dalla siccità nel Tago e in tutti i fiumi internazionali "dovrebbe indurre i governi di Spagna e Portogallo ad allinearsi in una pianificazione e gestione dei bacini fluviali che stabilisca flussi ecologici reali", sostiene Zero, in un comunicato, facendo il punto sui flussi dei tre principali fiumi internazionali portoghesi: Douro, Tago e Guadiana.


"Attualmente sono in discussione pubblica i Piani di gestione delle regioni idrografiche per il periodo 2022-2027 e questo è il momento giusto per una discussione tra i due Paesi", ha dichiarato l'associazione ambientalista.


Secondo la valutazione di Zero, che ha utilizzato i dati del Sistema informativo nazionale delle risorse idriche registrati fino al 3 settembre, nel Douro manca un terzo del volume d'acqua rispetto a quanto stabilito dalle convenzioni.


"La Spagna ha trasferito 2.331 ettometri cubi di acqua dal 1° ottobre 2021, quando il flusso annuale è di 3.500 ettometri cubi, mancando così 1.169 ettometri cubi, ovvero circa il 33% del totale dovuto", si legge nel documento, in cui l'associazione avverte che "poiché i flussi delle ultime settimane sono variati tra 1,5 e 4,5 ettometri cubi al giorno e la situazione meteorologica non è cambiata sostanzialmente, è ovviamente impossibile recuperare il volume d'acqua mancante".


Nel Tago, inoltre, è "praticamente certo" che la Spagna "dovrà rivendicare" il regime di eccezione per il mancato rispetto del flusso annuale, secondo l'organizzazione, poiché in situazioni di siccità si prevede che la Spagna possa non fornire i flussi al Portogallo.


I dati raccolti il 3 settembre per l'afflusso del flusso alla diga del Fratel hanno mostrato che mancava circa il 15% (393 ettometri cubi) del flusso annuale fissato (2.700 ettometri cubi).


Il Guadiana è stato 20 giorni senza raggiungere il flusso minimo giornaliero e il 17% al di sotto del minimo annuale all'inizio di settembre, con la Spagna che ha invocato una situazione di eccezione per il mancato rispetto delle portate.


"La Spagna deve garantire un valore medio giornaliero di due metri cubi al secondo e dal 1° ottobre 2021 fino al 3 settembre, dove ci sono stati 20 giorni in cui ciò non è avvenuto. Ancora una volta, nonostante l'enorme capacità del bacino di Alqueva, a lungo termine, un'espansione dell'irrigazione potrebbe essere a rischio con queste restrizioni associate a situazioni di siccità più frequenti ed estreme", avverte Zero nel comunicato.


La valutazione è stata effettuata poche settimane prima della fine dell'anno idrologico, che va dal 1° ottobre 2021 al 30 settembre 2022, sulla base delle stazioni idrometriche previste o equivalenti nella Convenzione sulla cooperazione per la protezione e l'uso sostenibile dell'acqua nei bacini idrografici luso-spagnoli.