Secondo l'organizzazione non governativa (ONG) con sede in Germania, la lotta alle irregolarità, compreso il pagamento di tangenti nelle operazioni all'estero, ha registrato un "continuo declino" su scala globale.

In Europa, secondo lo studio dell'ONG, "una prospettiva cupa" prevale in Paesi come il Portogallo, la Spagna, l'Italia e la Svezia, dove c'è stato "un brutale abbandono" dell'impegno a combattere le irregolarità.

Negli ultimi due anni questi Paesi (compreso il Portogallo) sono passati dalla categoria di "applicazione moderata" a quella di "applicazione limitata", secondo gli standard stabiliti dall'ONG.

Altri Paesi dell'UE, come Belgio, Danimarca, Finlandia o Lussemburgo, rimangono nella categoria "applicazione inesistente".

Mancanza di risorse

Tra le ragioni di questa situazione, TI menziona che, in "quasi tutti" i Paesi valutati, le autorità di polizia o investigative contro i crimini economici e finanziari non dispongono delle risorse necessarie.

Nonostante l'impatto causato dalla pandemia di Covid-19, in tutti gli aspetti, compresa la lotta alla corruzione, Transparency International indica che il "declino registrato" ha iniziato a essere notato prima della crisi sanitaria, riflettendo "una profonda volontà politica".

L'organizzazione non governativa che prepara il lancio del rapporto biennale intitolato "L'esportazione della corruzione" avverte che sono stati raggiunti livelli simili a quelli verificati nel 2009.

Nel 2018, il 27% dei Paesi studiati applicava attivamente la Convenzione anticorruzione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ma tra il 2020 e il 2022 si è registrata una riduzione rispettivamente al 16,5% e all'11,8%, il che significa un calo del 56% in quattro anni.

"I governi devono affrontare molte sfide, dalla lotta alla cleptocrazia ai disastri climatici e al caos economico", ha dichiarato la presidente di Transparency International Delia Ferrera in un comunicato.

Secondo i primi risultati di Transparency International, attualmente solo due Paesi - su un totale di 47 - rimangono nella lista di "attuazione attiva" della convenzione OCSE: gli Stati Uniti e la Svizzera.

Paradossalmente, Stati Uniti e Svizzera sono anche in fondo alla classifica in termini di "trasparenza finanziaria".