L'Autorità per le condizioni di lavoro(ACT) sottolinea che la legge "stabilisce il dovere del datore di lavoro di astenersi dal contattare i dipendenti durante i loro periodi di riposo".

"Il presente documento mira a diffondere la comprensione dell'ACT dell'articolo 199-A, aggiunto al Codice del Lavoro dalla legge n. 83/2021 del 6 dicembre, che stabilisce il dovere del datore di lavoro di astenersi dal contattare i dipendenti durante i loro periodi di riposo", si legge nella nota tecnica dell'ACT.

L'ACT osserva che la legge prevede un "obbligo per il datore di lavoro: astenersi dal contattare i dipendenti durante i loro periodi di riposo, salvo casi di forza maggiore".

Si tratta di un "dovere che non si limita al telelavoro o al lavoro a distanza, ma che ha un'applicazione trasversale, comprendendo tutti i tipi di lavoro".

"Il legislatore ha così rafforzato la garanzia dell'effettività del diritto al riposo dei lavoratori, assicurando loro periodi di riposo effettivi, liberi da pressioni lavorative", si legge nello stesso documento.

L'ACT comprende che "il dovere di astenersi dal contatto, sancito dall'articolo 199-A del TC, così come il sottostante diritto alla disconnessione, sono essenziali per garantire il godimento dei periodi di riposo dei lavoratori, promuovendo la salute, il benessere e l'equilibrio tra lavoro e vita privata".

Il testo chiarisce inoltre che il "periodo di riposo" è qualsiasi momento in cui il dipendente non è più "costretto a lavorare" e non è obbligato a essere a disposizione del datore di lavoro".

Secondo la legge, per contatto si deve intendere "qualsiasi comunicazione o tentativo di comunicazione che interrompa il pieno godimento del diritto al riposo del dipendente, indipendentemente dal mezzo con cui viene effettuata, compresi telefono, visite, messaggi di posta elettronica, notifiche via chat e richieste di riunioni, tra gli altri".

"A questo proposito, si afferma che il dovere di astenersi dal contatto implica "non disturbare!" e viene violato ogni volta che viene inviato un messaggio al dipendente, anche se non richiede una risposta o ordina un'azione immediata, poiché "la norma giuridica impone di astenersi dal contatto, non di astenersi dall'impartire ordini o porre domande"".

È importante sottolineare che "l'obbligo di astenersi dal contatto non è assoluto", poiché è previsto che "il datore di lavoro possa contattare il dipendente durante il periodo di riposo in caso di 'situazioni di forza maggiore'".

"Una situazione di 'forza maggiore' si caratterizza per la sua 'inevitabilità': si tratta di un evento naturale o di un'azione umana che, sebbene prevedibile o addirittura prevenibile, non può essere evitata, né di per sé né nelle sue conseguenze", spiega l'ACT.

Chiarisce inoltre che la situazione in questione si riferisce a situazioni ed eventi che colpiscono l'azienda e "possono causare gravi distruzioni o danni".

Nello stesso documento, l'ACT osserva che "si tratta di 'situazioni imprevedibili, al di fuori del controllo del datore di lavoro, e che il datore di lavoro non era in grado di prevenire, come terremoti, incendi, inondazioni, forti intemperie, interruzioni di corrente, ecc.

"In queste situazioni, l'obiettivo è quello di salvaguardare la redditività dell'azienda e la sua continuità di funzionamento, proteggendo così i posti di lavoro", conclude l'ACT.

Concludono che "le situazioni urgenti create dal datore di lavoro o dai superiori gerarchici, che potrebbero essere risolte entro l'orario di lavoro del dipendente, non sono considerate 'situazioni di forza maggiore' ai fini del mancato rispetto dell'obbligo di astensione dal contatto".