L'informazione è stata rilasciata dall'associazione ambientalista Zero, in un comunicato, dando conto delle 10 unità più inquinanti del Portogallo.
"Rimane il dominio, per il secondo anno consecutivo, della raffineria di Sines, di proprietà di Petrogal, come impianto più inquinante e con una variazione positiva (aumento delle emissioni) del 2,4% tra il 2020 e il 2021".
La centrale a ciclo combinato Tapada do Outeiro, di proprietà di Turbogás, è arrivata seconda, la centrale a ciclo combinato Pego, di proprietà di Tejo Energia, seguita dal centro di produzione Alhandra di Cimpor, Cecil (Outão), il centro di produzione Souselas di Cimpor, la centrale termoelettrica Ribatejo di EDP, la produzione/area Olefins di Repsol, la centrale termoelettrica Pego di Tejo Energia e, infine, la centrale termoelettrica Lares di EDP.
Così, nel 2021, la 'top' 10 era "dominata dal settore della raffinazione, la produzione di elettricità da gas naturale, il settore del cemento, la produzione di olefine e anche la produzione di elettricità a Pego utilizzando il carbone", ha concluso l'associazione.
Il maggiore aumento nella lista tra il 2020 e il 2021, oltre alla centrale a carbone di Pego, è stato quello dell'impianto Secil di Outão, con un aumento delle emissioni del 6,3%.
Da notare anche l'uscita della centrale termica di Sines dalle dieci unità più inquinanti, dato che non aveva emissioni l'anno scorso, a causa della fine dell'uso del carbone nella produzione di elettricità, nel 2021, così come l'uscita della Raffineria [anche di Petrogal, Galp] do Porto dalla 'classifica', per aver cessato la sua attività nella prima metà del 2021.