"Entrambi gli ordini ritengono che il fabbisogno abitativo del Paese, che è urgente e deve essere risolto con determinazione, debba essere mitigato attraverso i meccanismi di promozione propri dello Stato, senza pregiudicare la libertà dell'iniziativa privata", si legge in un comunicato.

Nella loro posizione congiunta sulla "pressante crisi abitativa" del Paese, architetti e ingegneri si dicono pronti a concepire, progettare e adottare le "decisioni necessarie al Portogallo per soddisfare il grave fabbisogno abitativo esistente".

Affermano di essere altrettanto disponibili a contribuire alla progettazione di "politiche pubbliche" decisive per risolvere questa crisi, sostenendo di avere la capacità di intervenire a livello abitativo, urbanistico, ambientale e paesaggistico, per "pensare e progettare" soluzioni.

"È importante che i decisori a livello nazionale, regionale e locale prendano coscienza di questa realtà inevitabile", affermano gli ordini.

Per le organizzazioni che rappresentano architetti e ingegneri, lo Stato dovrebbe essere il "principale motore di progetti che rispondano alle esigenze abitative dei portoghesi".

"È il momento di agire senza indugi", esortano gli ordini.