"Considerando che la consultazione pubblica è durata solo 30 giorni e che le parti interessate non sono state ascoltate, si chiede la creazione di un piano di partecipazione che coinvolga i comuni interessati dal progetto e le associazioni di pesca interessate dalla discussione, con l'obbligo di emettere un accordo favorevole e unanime per dare continuità al processo", si legge in un comunicato congiunto, a cui Lusa ha avuto accesso.

Si tratta di uno dei sei punti su cui la Commissione Consultiva "non dovrebbe avanzare" senza consultare preventivamente i firmatari per elaborare il Piano di Affidamento dell'Area Marittima per l'Esplorazione delle Energie Rinnovabili (CC-PAER).

Il testo è firmato da sei comuni dell'area metropolitana di Porto interessati dal progetto e dalle associazioni locali di pescatori Pró-Peixe, l'Associazione degli armatori di pescherecci del Nord, l'Associazione Pro-More Safety for Seamen e Apropesca.

Si tratta della relazione di una proposta preliminare del Gruppo di lavoro sulla pianificazione e la gestione di impianti di produzione di energia rinnovabile nell'oceano, che è stata sottoposta a consultazione pubblica dal 30 gennaio al 10 marzo.

Questo progetto per la creazione di un parco eolico offshore in Portogallo ha delimitato Viana do Castelo, Leixões, Figueira da Foz, Ericeira-Cascais e Sines come possibili siti per l'esplorazione delle energie rinnovabili.

Nella zona di Matosinhos, oltre alle turbine eoliche situate a circa 38 chilometri al largo, è stata individuata la possibilità di installare una piattaforma di 180 chilometri quadrati a 3 chilometri dalla costa, che interessa soprattutto Matosinhos, Porto, Gaia ed Espinho, con un potenziale di quasi un gigawatt.

Secondo il Jornal de Notícias, il vicepresidente del consiglio comunale di Matosinhos, Carlos Mouta, ha dichiarato giovedì che la piattaforma più vicina "sarà spinta più indietro" e "finirà a circa 38 km dalla costa".

Altri punti sollevati riguardano "le distanze delle attrezzature dalla costa", che dovrebbero essere "riviste" con la media europea come standard, poiché "l'installazione di qualsiasi costruzione umana in alto mare ha un impatto diretto, soprattutto visivo, sulla qualità della vita, sul tessuto economico e sul settore turistico".

La lettera difende anche il fatto che il progetto dovrebbe "essere sottoposto a una valutazione dell'impatto ambientale", tenendo presente che il rapporto "non chiarisce ancora il numero né il tipo di torri che saranno utilizzate", e si sottintende anche "che dovrebbe essere fatta una valutazione sul potenziale per il verificarsi di gravi incidenti e catastrofi".

Per quanto riguarda la pesca, "con la potenziale interferenza del progetto nelle rotte di pesca ancora da calcolare", così come un eccesso di condizioni per l'attività, i firmatari chiedono "che la tassa di compensazione sia determinata in anticipo" per i comuni e il settore.

La dichiarazione fa appello alla necessità di "colmare le lacune procedurali osservate nella relazione", in un punto in cui si sottolinea l'importanza delle licenze per "garantire e riflettere sui diritti e gli interessi giuridicamente protetti" delle persone colpite.