Secondo il Rapporto di attività 2022 della Consulta nazionale per le adozioni(CNA), la riduzione del numero di adozioni scende alla metà, se si considerano i numeri del 2016, quando si sono registrate 361 adozioni, e continua una tendenza al ribasso dal 2019, quando le adozioni sono state 206.

La preferenza dei candidati continua a ricadere sui bambini fino a sei anni, che sono sani o hanno lievi problemi di salute e che possono essere adottati da soli, senza fratelli, un "fattore di preoccupazione" per la CNA, che sottolinea il "numero considerevole di bambini che transitano di anno in anno", in attesa di adozione, e che sono quelli che hanno più di sette anni, hanno gravi problemi di salute o sono disabili.

Tuttavia, la CNA sottolinea che nel 2022 ci sono state 45 proposte di adozione di bambini tra i sette e i 15 anni.

Nel 2022, i processi di adozione interrotti sono stati 14, quattro durante il periodo di transizione - passaggio dalla casa o famiglia affidataria alla famiglia adottante - e 10 nel periodo di pre-adozione, quando il bambino vive già con la famiglia adottiva.

Tra le motivazioni addotte vi sono la "mancanza di empatia nei confronti del bambino e la difficoltà di esprimere le emozioni", le aspettative idealizzate in termini di manifestazioni emotive, gli atteggiamenti inflessibili e i pregiudizi verso "i comportamenti più impegnativi (piccoli furti, bugie, comportamenti sessualizzati, aggressività)".

Nel 2022, solo 15 domande hanno dovuto attendere un anno o meno per l'adozione, con un tempo medio di attesa che rimane tra i sei e i sette anni, il che porta la CNA a raccomandare di adattare le domande al profilo dei bambini in adozione, evidenziando che il lungo tempo di attesa ha conseguenze anche sulla motivazione dei candidati.

"L'esperienza dimostra che il lasso di tempo che intercorre tra la certificazione di idoneità all'adozione e il momento dell'inserimento di un bambino, nonostante le successive rivalutazioni, può avere un impatto negativo sul successo dell'adozione, sia in termini di indebolimento della motivazione sia in termini di rispetto della capacità delle famiglie di adattarsi ai cambiamenti derivanti dall'inserimento di un bambino", sottolinea la CNA.