I dati sono contenuti nell'ultimo rapporto sull'International Migration Outlook 2023 e mostrano che il Portogallo è passato dall'accogliere 30.800 immigrati nel 2014 a 120.800 nel 2022, cifra quest'ultima ancora stimata.

Questi valori riguardano la migrazione permanente, tralasciando le situazioni di accoglienza per motivi umanitari, come quella avvenuta in seguito alla guerra in Ucraina, e il fenomeno è trasversale a tutto il mondo, con l'OCSE che rileva che "il numero di nuovi immigrati permanenti nell'OCSE ha raggiunto il massimo storico di 6,1 milioni nel 2022".

Secondo l'organizzazione, che comprende 38 Paesi, questo numero è superiore di circa il 26% a quello riscontrato nel 2021 e supera del 14% il dato del 2019, aggiungendo che i quattro principali Paesi di destinazione (Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Spagna) hanno registrato forti aumenti annuali, tra il 21% e il 35%.

Il rapporto afferma inoltre che in tutti e cinque questi Paesi l'immigrazione permanente è stata più alta nel 2022 rispetto al 2019, prima della pandemia, citando ad esempio Regno Unito, Spagna e Canada come Paesi in cui questo tipo di migrazione è stata la più alta degli ultimi 15 anni.

Situazione in Portogallo

Nel caso del Portogallo, l'aumento è stato del 28,9% tra il 2021 e il 2022 e del 13,2% rispetto al 2019, anno precedente alla pandemia, in cui sono arrivati 106.700 migranti. Rispetto al 2014, quando sono arrivate 30.800 persone, l'aumento sale già a quasi il 300%.

Analizzando più specificamente gli anni 2021 e 2022, i dati dell'OCSE mostrano che il lavoro e la famiglia sono stati i motivi principali della migrazione permanente in Portogallo, con il primo che ha giustificato l'ingresso di 53.200 persone lo scorso anno, mentre la famiglia ha portato altri 30.300 migranti.

Per quanto riguarda la famiglia, il Portogallo è identificato come uno dei Paesi che hanno un sostegno personalizzato per le donne migranti o rifugiate, con un programma che coinvolge, tra gli altri, i datori di lavoro, le autorità pubbliche, la società civile e i centri per l'impiego.

Secondo l'OCSE, la percentuale maggiore di immigrati (18,1%) ha lavorato nel settore dei servizi, seguito dall'industria estrattiva, manifatturiera ed energetica, con il 14,9%, e dal commercio all'ingrosso e al dettaglio (14%), con alberghi e ristoranti che hanno trattenuto il 12% degli immigrati e nessun dato disponibile per agricoltura e pesca.

Brasile, India e Belgio sono le prime tre nazionalità dei nuovi arrivati nel 2021. Tra i primi 15 Paesi di provenienza, la Germania ha registrato il più forte aumento (+1.400) e il Brasile la più grande diminuzione (-2.800) degli afflussi in Portogallo rispetto all'anno precedente, afferma l'OCSE.

Richiedenti asilo

Nel 2022, il numero dei primi richiedenti asilo è aumentato del 47%, raggiungendo circa 2.000 persone. La maggior parte dei richiedenti proveniva da Afghanistan (300), India (200) e Ucraina (200, esclusi i beneficiari di protezione temporanea).

L'aumento maggiore dal 2021 riguarda i cittadini dell'Ucraina (+200) e la diminuzione maggiore i cittadini dell'Afghanistan (-300). Il 78% delle 870 decisioni prese nel 2022 sono state positive.

L'emigrazione dei cittadini portoghesi verso i Paesi OCSE è aumentata del 21% nel 2021, raggiungendo le 47mila unità. Circa il 16% di questo gruppo è emigrato in Francia, il 16% in Svizzera e il 14% in Spagna.

Il rapporto fa riferimento anche all'approvazione della creazione dell'Agenzia per l'Integrazione, la Migrazione e l'Asilo (AIMA), che "succederà all'Alta Commissione per la Migrazione (ACM), attuando le politiche pubbliche in materia di migrazione e asilo", e all'attuazione del visto per i nomadi digitali.

"Un altro cambiamento rilevante è l'accelerazione del rilascio dei visti ai cittadini della Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP) nell'ambito di un accordo di mobilità tra questi Paesi", evidenzia l'OCSE, aggiungendo che il processo è stato facilitato anche per gli studenti internazionali che possono lavorare.