Il 29 novembre il Parlamento britannico ha approvato con 330 voti favorevoli e 275 contrari una mozione per modificare, in modo molto limitato, la legge sulla morte assistita. Per i malati cronici di età superiore ai 18 anni che hanno una prognosi professionale da parte di due medici di un'aspettativa di vita inferiore ai sei mesi, la loro richiesta deve seguire una procedura di regolamentazione che richiede l'approvazione di un giudice dell'Alta Corte prima di poter essere definitiva. Durante questo ritardo di forse due o tre mesi, i pazienti qualificati possono continuare a soffrire di grandi dolori e/o morire a causa della mancanza di cure palliative efficaci.
Dei diversi milioni di britannici che si trovano nella fase finale della vita (i decessi annuali sono attualmente circa mezzo milione), si calcola che solo seicento potrebbero attualmente soddisfare questa definizione restrittiva. Tuttavia, invece di gioire per la prospettiva di una liberazione anticipata dalle sofferenze, essi e coloro che sono in coda devono accettare una morte non alleviata, perché ora si attendono fino a tre anni in più, mentre la legislazione segue il suo tortuoso percorso verso la legge.
Sebbene il dibattito parlamentare sia stato dignitoso, questo voto è stato preceduto da una campagna di protesta che non ha avuto il decoro e la sobrietà che una proposta di tale portata meritava. Ha scosso alle radici i musulmani, i cristiani antichi e le altre fedi che si oppongono implacabilmente a qualsiasi forma di omicidio di pietà laico, ma, allo stesso tempo, ha guadagnato terreno tra le minoranze irreligiose di estrema fede politica che, al posto dell'autonomia, favoriscono un'ordinanza assoluta sulla vita dei loro concittadini. Essi sono considerati servili allo Stato, sia che si tratti di persone vive che di persone morte.
Il problema di fornire adeguate garanzie per prevenire l'estorsione dei beni reali e intellettuali di una persona in fin di vita ha ostacolato il progresso della legislazione in molti Paesi, non ultimo il Portogallo, dove esiste una situazione di stallo dal maggio 2023, quando, per la quinta volta, è stata approvata dal Parlamento una modifica della legge fortemente qualificata e poi ritardata da successivi ostruzionismi.
La decisione britannica sarà inevitabilmente presa come un segnale per continuare con l'ostruzionismo in altre giurisdizioni e per la possibile riforma e l'indebolimento dell'attuazione della legislazione recentemente autorizzata per il "suicidio assistito" in paesi come il Canada, dove le anomalie causate da tali riforme liberali sono ora criticate.
Il dibattito nel parlamento britannico ha prodotto molti esempi strazianti di come persone anziane o disabili di tutte le età siano condannate a subire ultimi anni strazianti per i quali le cure palliative sono tristemente inadeguate. Si tratta di una tortura sociale che deve essere interrotta ovunque esista.
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Questo saggio fa seguito a "Eutanasia - Sopravvivenza alla fine della vita", pubblicato su The Portugal News il 18 settembre 2024.
Di Roberto CavaleiroTomar 01 dicembre 2024