Nella lettera indirizzata al Commissario europeo per l'Energia, Kadri Simson, i ministri responsabili dell'Energia degli Stati membri sottoscrittori chiedono all'esecutivo comunitario di presentare una proposta per limitare il prezzo del gas naturale - diverso da quello importato dalla Russia - da discutere al Consiglio straordinario sull'Energia del 30 settembre, seguita da una proposta legislativa il prima possibile".
Il Consiglio di venerdì punta soprattutto a un accordo politico su un regolamento con misure di emergenza per far fronte all'aumento dei prezzi dell'energia, dopo le proposte già presentate questo mese dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen.
Queste proposte, su cui sembra in arrivo un accordo venerdì, secondo fonti europee, includono una tassa del 33% sui profitti eccessivi delle aziende produttrici di combustibili fossili, da convertire in un "contributo di solidarietà", un tetto ai profitti delle aziende che producono elettricità a basso costo (rinnovabili) e piani di riduzione del consumo di elettricità, volontari (10% per la domanda generale) e obbligatori (5% nelle "ore di punta").
Tuttavia, un'ampia gamma di Paesi sostiene che dovrebbero essere adottate anche misure per imporre un tetto al prezzo del gas naturale, che classificano come "il problema più grave di tutti", sostenendo che tale misura, "richiesta da un numero crescente di Stati membri, è quella che aiuterà ogni Stato membro a mitigare le pressioni inflazionistiche, a gestire le aspettative e a fornire un quadro di riferimento in caso di potenziali interruzioni dell'approvvigionamento, nonché a limitare le plusvalenze nel settore".
I governi di Belgio (promotore dell'iniziativa), Italia, Spagna, Portogallo, Polonia, Grecia, Malta, Lituania, Lettonia, Slovenia, Croazia e Romania - che sperano ancora di raccogliere altri consensi - affermano di "riconoscere gli sforzi compiuti dalla Commissione e le misure che ha presentato per affrontare la crisi", ma sostengono che è necessario affrontare "il problema più grave di tutti", imponendo un prezzo massimo sul gas, per tutte le transazioni, e non solo per "le importazioni da specifiche giurisdizioni", escludendo quindi l'imposizione di un prezzo solo per il gas importato dalla Russia.
I Paesi sostengono che questo "tetto" "può essere concepito per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la libera circolazione del gas in Europa, raggiungendo al contempo l'obiettivo comune di ridurre la domanda di gas".