Questi numeri sono più che impressionanti: sono un chiaro segnale che il Portogallo viene riconosciuto come un serio concorrente nel panorama europeo delle infrastrutture tecnologiche e digitali.

Come persona che segue da vicino l'evoluzione dell'ecosistema tecnologico portoghese, ho trovato affascinante e incoraggiante vedere questo tipo di slancio crescere negli ultimi anni. Attraverso la lettura quotidiana di diverse piattaforme, fonti di notizie e rapporti di settore, cerco di tenermi informato e di condividere gli ultimi sviluppi. In questo momento, la storia dei data center è uno dei capitoli più interessanti.

Ciò che rende questo momento particolarmente significativo non è solo l'entità degli investimenti, ma anche il motivo per cui stanno arrivando. L'intelligenza artificiale sta ridisegnando il modo in cui le aziende operano, i governi forniscono servizi e le persone interagiscono. Questa tecnologia richiede un'enorme potenza di elaborazione ed efficienza energetica, e il Portogallo è ben posizionato per offrire entrambi i fronti.

Da Sines a Lisbona, da Carnaxide a Castanheira do Ribatejo, stanno nascendo nuovi progetti di data center, alcuni sostenuti da operatori globali, altri da aziende nazionali e molti senza sovvenzioni pubbliche o incentivi finanziari. Questo dimostra che il valore del Portogallo non è costruito solo su pacchetti promozionali, ma su vantaggi reali e a lungo termine.

Tra questi vantaggi vi sono i costi competitivi dell'elettricità, un'alta percentuale di produzione di energia rinnovabile, un basso rischio sismico, una forte connettività con fibre ottiche e cavi sottomarini e, soprattutto, una forza lavoro altamente qualificata. L'insieme di questi fattori crea le condizioni ideali per la realizzazione di infrastrutture digitali su larga scala, in particolare per tecnologie esigenti come l'intelligenza artificiale e il cloud computing.

Tuttavia, per quanto i numeri siano ottimistici, è anche importante riconoscere che la stabilità è importante. L'incertezza politica, come l'attuale situazione in Portogallo, può creare esitazione negli investitori internazionali che cercano prevedibilità e coerenza quando investono miliardi di capitale. I recenti cambiamenti di governo e di orientamento politico possono destare preoccupazione, soprattutto quando la pianificazione a lungo termine è essenziale per progetti di questa portata.

Detto questo, ciò che trovo più promettente è la resilienza del settore tecnologico stesso. Nonostante i cambiamenti nella leadership politica o gli ostacoli a breve termine, il più ampio ecosistema tecnologico portoghese rimane forte, collaborativo e profondamente impegnato nell'innovazione. Il settore privato si sta facendo avanti, spesso in anticipo rispetto alla politica, per realizzare infrastrutture che daranno forma al futuro panorama digitale europeo.

Questi sviluppi non avvengono in modo isolato. Fanno parte di un cambiamento molto più ampio in cui il Portogallo sta diventando noto non solo per lo stile di vita e il turismo, ma anche per gli investimenti tecnologici seri e strategici. Startup, laboratori di intelligenza artificiale, centri di ricerca e sviluppo e ora anche centri dati fanno tutti parte di un puzzle in crescita, in cui il Portogallo è sempre più riconosciuto come un luogo in cui costruire, testare, scalare e lanciare.

Nel condividere questi sviluppi, il mio obiettivo è semplice: contribuire a raccontare la storia di un Paese che si sta trasformando attraverso l'innovazione. Queste storie sono importanti non solo per gli investitori o gli addetti ai lavori, ma anche per gli studenti, gli imprenditori e i professionisti che vogliono capire dove stanno emergendo le opportunità.

Il momento dei data center in Portogallo non riguarda solo i server e le reti energetiche, ma il potenziale nazionale. Si tratta di posti di lavoro, istruzione e posizionamento globale. Si tratta di costruire una base per le tecnologie di domani, proprio qui, oggi.

Con il giusto allineamento tra settore pubblico e privato e un messaggio chiaro e lungimirante al mondo, il Portogallo ha tutte le carte in regola per diventare una porta digitale per l'Europa e non solo.


Author

Paulo Lopes is a multi-talent Portuguese citizen who made his Master of Economics in Switzerland and studied law at Lusófona in Lisbon - CEO of Casaiberia in Lisbon and Algarve.

Paulo Lopes