Islanda, Paesi Bassi e Danimarca guidano la classifica globale dei Paesi con i migliori sistemi pensionistici.

"Molti individui non potranno più contare su un sostegno finanziario rilevante da parte dei loro ex datori di lavoro e/o del governo durante gli anni della pensione", conclude lo studio elaborato dal gestore patrimoniale Mercer e dall'organizzazione no-profit CFA Institute, sottolineando l'importanza della diversificazione delle economie per la riforma, nonché di diverse fonti di sostegno finanziario.

Per la prima volta, in 14 edizioni, il Portogallo compare nella classifica, apparendo al 24° posto con un punteggio complessivo di 62,8, leggermente al di sotto del valore medio di 63,03. Se si confrontano solo i Paesi dell'Unione Europea, con l'inclusione del Regno Unito, il Portogallo si colloca al 13° posto in una lista di 17 Paesi.

L'Indice valuta ogni sistema pensionistico in base alla media ponderata di indicatori quali l'adeguatezza, la sostenibilità e l'integrità, a fronte di oltre 50 indicatori. In termini di adeguatezza, il Portogallo ha ottenuto 84,9 punti, mentre nell'indicatore di integrità si è attestato a 73,9 punti. Tuttavia, per quanto riguarda l'indicatore di Sostenibilità, il Portogallo ha ottenuto 29,7 punti, risultando il Paese con il 6° punteggio più basso.

"Il mercato dei fondi pensione ha affrontato sfide significative negli ultimi anni, in particolare il periodo di tassi di interesse insolitamente bassi che ha caratterizzato l'ultimo decennio. Dopo un periodo così lungo, è normale che il nuovo regime economico, caratterizzato da un'inflazione elevata e da tassi d'interesse in rapida crescita, abbia un impatto sul settore, un impatto che si manifesta sia attraverso le passività che attraverso le attività", commenta Marcos Soares Ribeiro, presidente e CEO della CFA Society Portugal, citato in un comunicato.