Il Portogallo si trova tra il mare da un lato e le montagne della penisola iberica dall'altro e, poiché si diceva che dall'altra parte delle montagne ci fossero "castigliani con i coltelli", gli esploratori portoghesi scelsero di esplorare via mare. La pesca era sempre stata un'industria di punta per il Portogallo, che disponeva di marittimi con esperienza sia costiera sia di navigazione in acque profonde, dato che la pesca richiedeva talvolta di coprire grandi distanze. Motivati dalla curiosità e dal desiderio di espandersi in nuovi luoghi, gli esploratori si resero conto che la scoperta di nuove rotte commerciali avrebbe comportato grandi guadagni finanziari - e tesori da trovare.


Ilprincipe Enrico, duca di Viseu, si guadagnò il meritato titolo di principe Enrico "il navigatore". Era il quarto figlio del re Giovanni I del Portogallo e si dedicava all'esplorazione marittima. Essendo intelligente e ricco, si avvalse dell'aiuto di abili matematici e astronomi per fondare un osservatorio e una scuola di navigazione a Sagres, vicino a Capo San Vincenzo, dove si dedicò alla creazione di carte nautiche e al miglioramento del funzionamento della bussola. Inviò i migliori capitani e marinai che riuscì a trovare in numerosi viaggi di scoperta lungo la costa occidentale dell'Africa. Non partecipò personalmente a molte di queste spedizioni, ma fu comunque riconosciuto come il genio responsabile. Era convinto che fosse possibile navigare intorno all'Africa fino all'India per consentire il commercio diretto con l'Oriente, ma morì dopo più di quarant'anni di sforzi senza aver realizzato i suoi sogni.

A quel tempo, le merci provenienti dall'Oriente dovevano essere trasportate via terra o attraverso il Mar Rosso e l'Egitto per arrivare in Europa. In entrambi i casi, le spese e i rischi erano enormi, per cui si ritenne indispensabile una via diretta per le navi. Anche il termine "nave" non va preso alla leggera: nonostante all'inizio della carriera di Enrico si trattasse di piccoli velieri a mezzo ponte in grado di contenere a malapena tre dozzine di uomini, le sue ultime "navi" erano vascelli robusti in grado di trasportare sessanta uomini.


L'esploratore Bartolomeu Dias (1450-1500) proveniva da una famiglia con un background marittimo e fu il primo europeo a navigare intorno al Capo di Buona Speranza. Scoprì la porta tra l'Europa e l'India e il resto dell'Asia, navigando intorno alla parte meridionale dell'Africa nel 1488, e con questo risultato si diffuse una nuova ondata di speranza tra gli esploratori.


Vasco da Gama (1460-1524) aprì notoriamente la "Via delle Spezie", navigando dall'Europa all'India, consentendo il commercio con l'Estremo Oriente, una via importante per l'espansione del Portogallo. Questi viaggi erano pericolosi a causa delle condizioni meteorologiche e dell'attività dei pirati, ma quei marinai coraggiosi erano disposti a rischiare la vita per la ricompensa che ne sarebbe derivata.


Pedro Alvares Cabral (data di nascita 1467 - 1520) guidò la prima spedizione conosciuta ad aver toccato i quattro continenti di Europa, Africa, America e Asia, unendoli tutti nel suo famoso viaggio del 1500, seguendo la rotta appena aperta da Vasco da Gama intorno all'Africa. Sia lui che Vasco da Gama furono navigatori di successo ispirati dalle idee di Enrico.


Ferdinando Magellano (1480 - 1521) navigò nell'Oceano Pacifico e intorno al Sud America. Era un esploratore portoghese che navigava per la Spagna in una spedizione di cinque navi per trovare una rotta occidentale verso l'attuale Marocco. In questo viaggio Magellano morì prima di raggiungere la sua destinazione, ma una delle cinque navi riuscì ad arrivare fino in fondo.


Duarte Pacheco Pereira (1460-1533) fu un altro capitano di mare e soldato di talento, che viaggiò nell'Atlantico centrale, lungo le coste dell'Africa fino all'India. Si sostiene che scoprì la foce del Rio delle Amazzoni nel 1498, prima dell'esploratore italiano Amerigo Vespucci, nel 1499, ed è provato che fu il primo esploratore europeo di quello che oggi conosciamo come Brasile.


Tanto di cappello a questi primi esploratori che sono stati indubbiamente esposti a malattie, infermità e fame durante i loro pericolosi viaggi. Avevano bisogno di competenze per creare e leggere mappe, tenere un diario scritto, saper leggere il cielo per individuare i cambiamenti meteorologici e conoscere le stelle per nome. Partendo coraggiosamente verso l'ignoto, a volte per mesi, erano gli astronauti del loro tempo.


Author

Marilyn writes regularly for The Portugal News, and has lived in the Algarve for some years. A dog-lover, she has lived in Ireland, UK, Bermuda and the Isle of Man. 

Marilyn Sheridan