Nel rapporto "Monitoraggio dell'attività e del processo di estinzione del Servizio stranieri e frontiere", il Mediatore afferma che, "fatta salva l'eventuale adozione di misure correttive a breve termine, la capacità di risposta ai migranti non può non essere guidata da una strategia a medio e lungo termine".

"Ciò significa che l'eventuale adozione, durante il periodo di transizione, di misure separate per ridurre il numero di casi pendenti, sebbene possa servire a ripristinare temporaneamente l'equilibrio, non risolve il problema di fondo. Una volta esaurito il suo effetto immediato, la tendenza all'aggravamento delle responsabilità derivanti dallo squilibrio tra il forte aumento del numero di richieste da parte di cittadini stranieri e la capacità di risposta dell'amministrazione continuerà", spiega il documento.

L'Ufficio del Difensore civico difende "la necessità di definire in modo tempestivo obiettivi e finalità, in generale, in termini di elaborazione della documentazione e, in particolare, per quanto riguarda il recupero delle questioni pendenti".

Il Difensore civico, Maria Lúcia Amaral, ritiene "fondamentale che, durante l'attuale periodo di transizione, la direzione nazionale del SEF e il consiglio di amministrazione dell'AIMA [Agenzia per l'integrazione, la migrazione e l'asilo] siano adeguatamente articolati".