Alla conferenza stampa di presentazione dell'evento, nato nel 2013 e rimasto fermo per due anni a causa della pandemia, il sindaco di Tavira, Ana Paula Martins, ha ricordato che è iniziato ancor prima che la candidatura di sette Paesi del bacino del Mediterraneo, di cui la città dell'Algarve è la comunità rappresentativa del Portogallo, fosse approvata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura(UNESCO).

"La Fiera della Dieta Mediterranea è nata alcuni anni fa, ancor prima del riconoscimento da parte dell'UNESCO, con l'obiettivo di promuovere questo antico patrimonio, comune ai popoli che vivono nel bacino del Mediterraneo", ha dichiarato il sindaco alla presentazione della Fiera, tenutasi presso il Municipio.

Ana Paula Martins ha sottolineato che, dopo un inizio "timido" e "molto diverso dall'edizione attuale", l'evento è cresciuto e ora conta 170 espositori, sia istituzionali (45) che del settore agroalimentare e artigianale (125).

Gli espositori saranno distribuiti in tutto il centro storico della città, che ricorda anche un passato segnato dalle culture mediterranee, come quella fenicia, romana e araba.

"La fiera è cresciuta, non solo per creare più intrattenimento, ma perché abbiamo sentito il bisogno di crescere, di farla conoscere alla gente, perché come tutti sappiamo, il patrimonio immateriale non è come quello tangibile, è un insieme di conoscenze e tradizioni che dobbiamo trasmettere di generazione in generazione, ed è per questo che la fiera è cresciuta", ha spiegato.

Il sindaco ha sottolineato che la dieta mediterranea "non si limita alla gastronomia" e che la fiera "va oltre il cibo", e che dalla sua creazione è andata "migliorando" e contando su un numero crescente di espositori, artisti e partner, come la Commissione di Coordinamento Regionale dell'Algarve (CCDR), Algarve Tourism, l'Università dell'Algarve, l'Associazione In-Loco e le scuole alberghiere.

"Abbiamo iniziato con una sola tappa, ora ne abbiamo tre, abbiamo iniziato con forse 100 espositori, ora ne abbiamo 170, abbiamo iniziato solo con il fado e poi abbiamo iniziato a introdurre altri patrimoni immateriali che fanno parte della fiera, come il Podence Caretos, il Teatro Dom Roberto, il cante dell'Alentejo, e tutto questo ha ovviamente acquisito dimensioni e ha reso la fiera quello che è oggi", ha affermato.