"È la prima scoperta di tartufo estivo in Portogallo, è una scoperta fantastica, perché sappiamo, per la prima volta, che è possibile coltivarlo nel nostro Paese", ha spiegato la ricercatrice dell'Università di Évora Celeste Santos e Silva.

L'Università di Évora e lo chef Tanka Sapkota hanno lavorato in collaborazione per due anni alla ricerca di tartufi in Portogallo.

"Diverse persone ci hanno inviato diversi campioni, ma nessuno era un tartufo" fino al 26 aprile, quando hanno ricevuto un altro campione dai comuni di Alenquer e Sobral de Monte Agraço, nel distretto di Lisbona, e i ricercatori sono riusciti a dimostrare l'esistenza di questo tartufo in Portogallo.

Secondo il biologo, questa specie di tartufo è conosciuta in Francia e in Italia e coltivata in Spagna, ma "non c'era alcuna documentazione della sua esistenza" in Portogallo.

Poiché questa specie di tartufo era finora importata e un chilogrammo costa fino a 100 euro, il ricercatore ha chiarito che la scoperta "apre diverse possibilità di mercato a livello mondiale, sia dal punto di vista della coltivazione che della commercializzazione".

"Lavoro in questo settore della macromicologia da 20 anni e ho diversi proprietari interessati a coltivarla in aggiunta ad altre colture, dato che la sua produzione può richiedere tra i 13 e i 15 anni", ha dichiarato Celeste Santos e Silva.

"Solo oggi ne abbiamo raccolto un chilogrammo e c'è un uomo che ne ha raccolto sei chilogrammi in una mattina perché c'erano diversi posti e c'era una buona quantità, quindi il potenziale è grande", ha detto lo chef Tanka Sapkota.

Oltre a essere una prelibatezza utilizzata in gastronomia, ha anche proprietà medicinali in quanto è antinfiammatorio, favorisce il benessere dell'organismo e stimola il sistema immunitario.

Tanka Sapkota ha scoperto il tartufo nel 1992 nei ristoranti italiani e, nel 2007, ha iniziato a utilizzare questa prelibatezza nei piatti che prepara nei suoi ristoranti a Lisbona, con l'obiettivo di "democratizzare il tartufo" che ha importato.

Nei suoi tre ristoranti della capitale ne consuma in media sette chilogrammi a settimana.

Con questa scoperta, lo chef non ha dubbi: il Portogallo ha ora "tartufi migliori dell'Italia".